«Quando vi diranno siete brutti/e senza trucco, quando vi sentirete incompleti, quando le situazioni della vita vi metteranno in difficoltà, quando la società vi farà pesare imperfezioni e disabilità, quando sarete costretti a cambiare casa, a restare nel silenzio, quando ci sarà il pericolo di essere distrutti perché ormai fuori moda, NON MOLLATE MAI!
Pensate a noi, eravamo il top del Rinascimento napoletano, anzi no, del Meridione di Italia. Eravamo a colori, eravamo un’unica narrazione potente, sotto gli sguardi di tutti e avevamo una Cappella tutta nostra nella chiesa medievale del Mercato. I Lani ci hanno voluto e ci hanno dato la vita.
Alcuni uomini sono malvagi, distruggono e dimenticano.
Ma altri no. Altri ci hanno salvati.
Ora siamo frammenti, incompleti, sì è vero, ma siamo frammenti d’autore, siamo belli anche a pezzi, frantumati, imperfetti, smembrati. La storia che ti raccontiamo è ancora viva.
Adesso siamo nel Museo della Memoria di Napoli, siamo saliti sul Vomero. Vorrei dire, mica roba da poco.
Quando ti senti a pezzi e imperfetto, vieni a parlare con noi. Ti capiremo, in silenzio, senza giudicarti.
E ti racconteremo una memoria della città antica.»
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Al termine della serata di inaugurazione al pubblico del 1° luglio 2021, questo è il messaggio che mi sono portato nel cuore e nella mente. Come un messaggio, un annuncio di vicinanza, tra l’arte e gli uomini e le donne di questa generazione difficile e precaria. Ho scritto questa sceneggiatura ispirato dalle parole dei relatori, dai commenti dei partecipanti, dalle sensazioni e dalle emozioni che ho vissuto lungo la galleria dello spazio espositivo.
Qual è l’evento?
I frammenti superstiti della cosiddetta Cona dei Lani sono stati restaurati e musealizzati in una nuova sezione della Certosa e Museo Nazionale di San Martino di Napoli. L’esposizione è stata allestita in una nuova sala del corridoio delle Carrozze Reali, di fronte all’antica Spezieria dei monaci, che ora prende il nome di Sala dei Cona dei Lani.
Di cosa si tratta e perché è importante?
I frammenti della Cona sono opere in terracotta decorata che rappresentano il mistero della salvezza cristiana. Decoravano la Cappella dei Lani (o bucceri o macellai), un tempo nella chiesa di Sant’Eligio Maggiore al Mercato di Napoli.
La struttura della cona è considerata il più imponente complesso policromo del Rinascimento meridionale italiano, realizzato e firmato da Domenico Napoletano, uno scultore di origine lombarda che fu protagonista della cultura tardorinascimentale napoletana. L’opera è una reliquia della memoria artistica cinquecentesca che rivestiva la chiesa di fondazione angioina, e che andò distrutta a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Chi sono i protagonisti del salvataggio?
Direzione regionale Musei Campania diretta da Marta Ragozzino ha presentato l’evento e ha contributo a tutto il progetto
Francesco Delizia direttore della Certosa e Museo di San Martino ha diretto il progetto di allestimento
Cassandra Lo Gatto e Ludovica Giusti hanno realizzato il progetto di allestimento
Nicola Spinosa, ex soprintendente, avviò l’intervento di restauro circa venti anni fa
Pierluigi Leone de Castris, docente dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, ha identificato nel 1998 i frammenti nei depositi di Palazzo Reale
Gennaro Borrelli ha identificato la Cona come opere di Domenico Napoletano a metà degli anni Settanta
Consorzio R.O.M.A. ha eseguito e completato il restauro nel 2018
Segretariato regionale del Ministro della Cultura ha programmato in finanziamento necessario a completare il restauro
Mariella Utili e Salvatore Buonomo hanno diretto il programma di restauro
Maria Ida Catalano, professoressa dell’Università della Tuscia di Viterbo, ha avviato le prime ricerche storico-artistiche e a prestato la propria consulenza scientifica agli interventi di restauro
Brunella Velardi ha scritto i testi di accompagnamento alle opere esposte
Matteo e Marco Pedicini hanno realizzato il video che evoca la vicenda della Cona
Cosa è successo?
Frammenti, sculture e busti esposti sono ciò che resta della ricca decorazione della distrutta cappella dei Lani nella chiesa di Sant’Eligio al Mercato. Furono ritrovati per la prima volta durante i lavori del Dopoguerra, sepolti sotto il pavimento della stessa Cappella che li accoglieva. L’interramento fu eseguito nel Settecento quando la chiesa fu “rimodernata” secondo un nuovo gusto e stile artistico, che imponeva la rimozione di elementi monchi e sgradevoli, ritenuti non più degni per un luogo sacro.
Dopo la scoperta, i pezzi superstiti (teste, mezzi busti, figure intere e molti elementi dell’architettura della cona) furono accumulati e divisi tra diversi depositi cittadini e dimenticati. Il puzzle di assembramento ha riportato in vita figure di Sibille, Profeti, il Cristo Redentore, la scena dell’Adorazione del Bambino, il coro di Angeli musicanti, la Vergine e la predella con Storie e martirio di san Ciriaco.
Non c’è una ricomposizione della Cona perché mancano così tante parti, che i curatori della mostra hanno preferito presentarla nella sua nuova bellezza e suggestione: quella di “maestosi frammenti” che raccontano una storia singola e plurale al tempo stesso.
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fonte per le informazioni: Comunicato Stampa Certosa e Museo di San Martino