Mark J.P. Wolf, professore e studioso dei media, è una figura fondamentale nello studio del world-building, ovvero l’arte di creare mondi narrativi. La sua celebre frase «Creare mondi è un’azione umana» sottolinea l’innato bisogno umano di costruire universi narrativi come mezzo di connessione con sé stessi e con gli altri. Questo concetto, applicato al settore culturale, evidenzia l’importanza dello storytelling per dare vita a luoghi e oggetti, rendendo il patrimonio culturale un viaggio emozionale e coinvolgente. Attraverso lo storytelling, ogni angolo del territorio può diventare un “mondo” narrativo in cui il pubblico si immerge, riscoprendo storie e tradizioni che diventano parte di un’esperienza collettiva.
Indice dell’articolo:
- Mark J.P. Wolf e la creazione di mondi
- Lo storytelling come chiave per valorizzare il patrimonio culturale
- La creazione di mondi come sviluppo del territorio
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Mark J.P. Wolf e la creazione di mondi
L’idea di world-building sviluppata da Mark J.P. Wolf parte dalla convinzione che l’uomo non solo ama narrare, ma sente il bisogno di costruire veri e propri universi. Nel suo libro Building Imaginary Worlds, Wolf esplora come la narrazione possa estendersi su diverse piattaforme – come libri, film e giochi – creando universi coerenti in cui ogni dettaglio contribuisce a rendere credibile il mondo immaginato. Questa pratica non è solo un atto creativo, ma un mezzo di comunicazione profondo e intimo che permette di instaurare legami con chi fruisce di queste storie. «Creare mondi è un’azione umana» si traduce, quindi, in un invito a esplorare la narrazione come un modo per dare un senso più ampio alla realtà, sia essa immaginaria o storica.
Lo storytelling come chiave per valorizzare il patrimonio culturale
Il concetto di Wolf trova una preziosa applicazione nel settore culturale, dove lo storytelling si rivela essenziale per far emergere il valore di opere d’arte, eventi, personaggi, monumenti e luoghi storici. Raccontare significa far rivivere i luoghi, creando mondi che non appartengono solo al passato, ma che prendono vita attraverso la narrazione. Un musei all’avanguardia può adottare l’approccio del world-building, utilizzando lo storytelling, per rendere le collezioni più accessibili e coinvolgenti anche per un pubblico non esperto. Attraverso un racconto coinvolgente, le opere e i monumenti non sono solo oggetti esposti, ma diventano veri e propri protagonisti di storie che si collegano direttamente alla vita del visitatore, trasformando ogni esperienza culturale in un viaggio emotivo e personale.
La creazione di mondi come sviluppo del territorio
Il world-building di Wolf non si limita alla narrazione fantastica: è un processo che può essere applicato allo sviluppo del territorio. Ogni città, ogni borgo e ogni monumento ha un “mondo” da raccontare, una storia che aspetta solo di essere riscoperta. Territori che sanno raccontarsi efficacemente non solo attraggono i visitatori, ma rafforzano il legame della comunità con la propria identità. Creare narrazioni che valorizzino le peculiarità di un luogo è un modo per dare vita a mondi che il pubblico può abitare e scoprire, rivisitando antiche tradizioni e leggende che rendono il territorio affascinante e unico. Grazie allo storytelling, il patrimonio culturale si trasforma in un “mondo” vivo e accessibile, capace di attrarre e coinvolgere chiunque vi entri.
Conclusione
In definitiva, come ci insegna Mark J.P. Wolf, la creazione di mondi è più di una semplice pratica artistica: è un bisogno umano che trova nello storytelling uno strumento potente per il settore culturale. Questo permette di dare significato ai luoghi e alle opere, preservando la memoria e rendendo accessibile il patrimonio collettivo. Raccontare il territorio, attraverso storie avvincenti e coinvolgenti, consente di trasformarlo in un universo vivo, che dialoga con il presente e ispira il futuro.