Un orario è fatto di numeri

Ti prego, dimmi che non la usi anche tu.

Quando si dà un orario a una persona, spesso si commette l’indelicatezza di accompagnarlo con l’espressione circa (o più o meno, suppergiù, all’incirca, minuto più minuto meno, orientativamente ecc.).

Ma che valore può avere un circa quando si tratta di appuntamenti e puntualità?

Se mi dicessero:L’appuntamento è alle tre!”, io mi domanderei, e domanderei al mio interlocutore, “È alle tre precise o circa?”.
Se diamo un orario, curiamoci di specificarlo con precisione, quantifichiamo anche il circa con i minuti esatti.

Sii preciso, sempre

Questa espressione deriva dal parlato; nel dialogo informale non è un errore, ma non ha senso e non è corretto. Se lo riportiamo nella scrittura dobbiamo evitarlo.
La conseguenza? Si lascia all’interlocutore (e quindi anche al lettore) il dubbio e soprattutto il “grave” compito di scervellarsi per capire quale sia l’orario esatto per arrivare puntuale (ad esempio, un appuntamento di lavoro, un evento in webinar o streaming, un calendario di corsi di formazione, una call con il cliente, una diretta sui canali social network dell’azienda).

Rispetto

Ricordia che a ogni orario è associata anche l’informazione principale della frase: un evento, un luogo, l’oggetto dell’incontro, la modalità ecc.
Si tratta, prima di tutto, di una questione di rispetto e di educazione verso l’interlocutore. E poi di buona scrittura.