Chi sono?
Un umanista digitale.
Un elegante multidisciplinare.
Un umano aumentato.
Queste tre definizioni vestono la mia identità, professionale e personale; ognuna mi conferisce un potere speciale, una responsabilità e una missione.
Umanista digitale: la nuova identità.
Sono un uomo di lettere, laureato in Conservazione dei Beni culturali e specializzato nella valorizzazione della memoria storica dei luoghi. Costruisco progetti di narrazione per il territorio. Mi sono formato tra aule universitarie, libri, fonti e documenti di archivio, biblioteche, carte topografiche. Una metà del mio cervello si nutre, dunque, di pensiero (studiare, leggere, riflettere, indagare, elaborare, cercare). In questo sono umanista.
La prima trasformazione. Nel 2009 è cambiato il modo di pensare, di sperimentare, di lavorare, di analizzare e valutare anche l’oggetto culturale in sé. L’ho vissuto come un processo di de-strutturazione. Ho abbandonato la veste del classico storico dell’arte polveroso e accademico, ed evolvermi con le opportunità di da altre discipline: lo storytelling applicato ai luoghi, il marketing, le tecnologie digitali per la comunicazione dell’arte e della cultura e per un nuovo coinvolgimento nei musei. Nato nel cartaceo e dunque rinato con la Rivoluzione digitale 2.0, che nutre l’altra metà del mio cervello.
Elegante multidisciplinare: cosa mi chiede la società.
Nella società “liquida” mi riadatto anche io costruendo una palazzo con “finestre mentali multiple”. L’eleganza è nell’abito e nella cura della parola, del gesto, della relazione con le persone. La multidisciplinarietà è la fluidità della mia mente: entro ed esco da multiversi, spinto dalla curiosità e dal bisogno di competenze trasversali che possano arricchire la mia visione e la mia formazione (psicologia cognitiva, neuroscienze comportamentali, gamification, storydoing, transmedia storytelling, antropologia e sociologia, web marketing, digital communication, informatica).
Apprendo, rielaboro, applico alla storia dell’arte e allo studio dei luoghi.
Umano aumentato: una condizione di natura.
La narrazione e le tecnologie mi stanno trasformando, è inevitabile. La visione da storyteller mi fa vedere “storie” ovunque, scompatta i luoghi davanti ai miei occhi in scenari narrativi multipli; affina l’introspezione psicologica dei personaggi; guida la costruzione della trama come una detection. Lo studio delle esperienze di coinvolgimento attraverso le tecnologie digitali e i nuovi media di intrattenimento applicati ai beni culturali espande la mia percezione dei sensi.
La mia missione:
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- raccontare la memorica storica dei luoghi della città
- connettere le persone ai luoghi storici attraverso la narrazione delle storie dei personaggi
- aiutare i luoghi di cultura e i musei a progettare la loro strategia di storytelling culturale