la mia biblioteca
è una rubrica di libri, saggi, manuali e testi che ho letto per la mia formazione professionale sulla la narrazione e sullo storytelling in ambito culturale, museale, turistico
Digital storytelling nel marketing culturale e turistico, Elisa Bonacini
Questo saggio è denso di informazioni utili, spunti di riflessioni, casi studio, bibliografie e strumenti utili al mio lavoro di progettista di strategie di storytelling proprio per i settori esaminati.
Ti elenco 3 motivi per leggerlo:
- propone strategie concrete di applicazione
- approfondisce casi di studio nazionali e internazionali
- offre interviste a esperti di settore.
Mindscape. Psiche nel paesaggio, Vittorio Lingiardi
L’esperienza della narrazione dei luoghi mi ha già fatto maturare la consapevolezza che dietro la scelta di un paesaggio urbano, archeologico, storico-artistico o pittorico ci fosse tutta l’intera l’esistenza di un uomo. Dovevo approfondire, e grazie a questo saggio ho iniziato un’analisi più profonda, più complessa, che mette in relazione essere umano e paesaggio attraverso la psicologia, la cognitivismo comportamentale e perfino la poesia. Perché è vero che usiamo la psiche del nostro Sé per identificarci nei luoghi, ma è vero anche che i luoghi stessi hanno una propria psiche e un proprio Sé che costruisce il nostro “essere”.
Giochi da prendere sul serio. Gamification, storytelling e game design, A. Maestri, J. Sassoon, P. Polsinelli
Transmedia experience. Dallo storytelling alla narrazione totale, Francesco Gavatorta, Riccardo Milanesi
Ho impiegato tempo a completarli perché il termine adatto è proprio “studiare” e non leggere. Un capitolo mi può durare mesi, ho bisogno di analizzare i casi studio proposti, devo annotare le mie riflessioni, devo interrompere per assimilare e riprendere quando ho bisogno di applicare o sperimentare un concetto.
transmedia
gamificaton
Perché?
Sono stufo di scrivere e di vivere narrazioni in modo passivo.
Resto entusiasta delle storie e della capacità narrativa che una naturale propensione mi spinge a qualcosa in più, a entrare nel flusso come co-protagonista, o a portare la storia concretamente nella mia vita quotidiana. Come me, lo dice il pubblico dietro lo schermo o dietro la carta.
Sono convinto che siano le discipline “giuste”, quasi geneticamente parlando, capaci di evolvere lo storytelling, animare l’esperienza narrativa, generare davvero un coinvolgimento della persona all’interno di una storia.
Sono convinto, e fermamente, che il transmedia e la gamification siano gli unici strumenti magici con cui:
- si possa rivitalizzare un progetto (che sia contenuto, storia, oggetto, brand, esperienza, luogo, monumento, territorio);
- si possa risvegliare l’attenzione di un pubblico immerso nella nebbia della noia e dell’insoddisfazione;
- si possano offrire nuove possibilità, nuove idee, nuove espansioni a mondi rinchiusi in apparenti confini limitati.