La narrazione è un viaggio senza fine: ogni storia, come affermava Michael Ende, è «una storia infinita». In questo articolo rifletto sul come questo concetto possa collegarsi all’importanza dello storytelling per il patrimonio culturale e per il territorio attraverso narrazioni che, quando ben progettate, si possono rinnovare continuamente.

 

 

Tre riflessioni sulla narrazione infinita di Ende

 

«Ogni storia è una storia infinita». Le parole dello scrittore tedesco Michael Ende, autore del famoso romanzo La storia Infinita mi ispirano a riflettere sul concetto di narrazione infinita e sul viaggio senza fine dell’immaginazione umana con cui ha costruito il proprio capolavoro letterario.

Ende esplora l’idea di un racconto che si estenda oltre i confini tradizionali, come è rappresentato dal simbolo dell’Auryn, l’uroboro che simboleggia l’infinito. In La storia infinita, il protagonista Bastiano entra nel mondo di Fantàsia, si perde tra desideri e ricordi, in una sorta di loop perpetuo che riflette, in fondo, la nostra ricerca continua di significati e di storie, una ricerca che, credo, non terminerà mai.

Mi domando, dunque: quando una storia può dirsi infinita?

  1. se sopravvive nella realtà di chi la vive o di chi ne fa esperienza (e di chi la crea);
  2. se viene ricordata, condivisa e valorizzata nella comunità e nella società che la custodisce;
  3. quando da essa possono nascere altre storie, espansioni, sequel, prequel, crossover, rielaborazioni unofficial, universi narrativi, finali alternativi, nuovi personaggi.

 

L’eternità della narrazione: un patrimonio di emozioni e connessioni

 

L’aforisma di Michael Ende mi ricorda che ogni storia vive oltre il proprio racconto, alimentata dalle emozioni e dalle esperienze di chi la racconta e di chi la ascolta.

Le storie del patrimonio culturale, che si tratti di un’antica roccaforte, di un monumento cittadino o di una semplice bottega artigianale, sono radicate nel tempo e nel territorio. Lo storytelling, in questo contesto, diventa un mezzo per far rivivere queste storie, rendendole comprensibili e coinvolgenti per chi non le ha vissute direttamente in quel passato. In questo modo, la narrazione non ha solo una funzione di ricordo, ma rivitalizza quella storia e la rende esperienza che continua, come un’eco che si perpetua all’infinito.

 

La narrazione come strumento di scoperta e valorizzazione del territorio

 

Il concetto di storia infinita si applica perfettamente anche alla valorizzazione del territorio, dove ogni luogo è testimone di eventi, tradizioni, e cambiamenti che possono essere riscoperti attraverso la narrazione. Grazie allo storytelling, gli Enti locali, i musei. gli attori culturali sul territorio possono rileggere e rivelare aspetti nascosti o dimenticati dei loro territori, permettendo anche ai visitatori di esplorarli con prospettive nuove e personali. Se le narrazioni sono immersive, i racconti diventano potente strumento di connessione, in modo che ogni angolo del territorio possa raccontare infinite storie a chi si ferma ad ascoltarle.

 

Lo storytelling per il futuro del patrimonio culturale

 

La narrazione offre la possibilità di rendere i beni culturali eterni  di trasformare musei, chiese, piazze e palazzi in portali di storie infinite che connettono le generazioni. Quando lo storytelling viene utilizzato in ambito culturale, trasforma i visitatori in testimoni attivi, capaci di portare con sé parte di quelle storie e, a loro volta, di raccontarle ad altri. La storia infinita diventa quindi una catena di trasmissione culturale: i narratori del presente preservano la memoria del passato e costruiscono ponti con le generazioni future. In questo modo, lo storytelling assicura un futuro alle storie e ai luoghi di oggi.