Un metodo per migliorare la tua strategia di storytelling culturale è testarla in prima persona. Mettersi nei panni del pubblico ti permetterà di identificare e risolvere criticità prima del lancio ufficiale. In questo modo il processo di narrazione sarà coinvolgente e di successo. Leggi l’articolo per scoprire come.
__________________________________________________________

Indice degli argomenti:

  1. Sii tu il primo beta tester
  2. Perché testare prima del pubblico è fondamentale
  3. Immedesimarsi nel pubblico: consigli pratici per un test
  4. Dopo il test: adatta e ottimizzare la strategia
  5. Conclusione: l’importanza di essere il primo (critico)

 

Sii tu il primo beta tester

Nel mondo dello storytelling (e di quello digitale, in particolare) applicato al settore culturale, progettare una strategia vincente significa assicurarsi che tecnologia, media, formati, contenuti, linguaggio, percorsi, interazioni, strumenti, storia e narrazione risultino funzionali all’obiettivo, interconnessi e capaci di offrire un’esperienza finale su misura per il pubblico. Tuttavia, anche la migliore delle strategie può rivelarsi inefficace se non viene testata prima del lancio ufficiale.  Dunque, come potrai essere sicuro che funzioni? Un metodo molto efficace è impersonificarsi come beta tester. Sì, devi calarti nei panni del tuo pubblico, nella mentalità, nelle abitudini, devi precedere le loro aspettative, perfino le loro emozioni. Devi testare ogni aspetto del progetto e della strategia prima che raggiunga chi la vivrà realmente. Questo metodo ti permetterà di individuare criticità, migliorare la potenza della narrazione e ottimizzare il coinvolgimento cognitivo ed emotivo.

 

Perché testare prima del pubblico è fondamentale

Testare la propria strategia di storytelling porta vantaggi notevoli. Assumere il ruolo del pubblico permette di capire se il messaggio è chiaro e coinvolgente o se esistono punti deboli che potrebbero generare confusione, difficoltà, scarsa inclusione o disinteresse. Attraverso questo processo di autovalutazione, tu e il tuo team potrete individuare potenziali errori o zone d’ombra che rischiano di compromettere il coinvolgimento del pubblico.

Questo è particolarmente utile nel settore culturale, in cui i contenuti hanno una complessa gamma di chiavi e codici di lettura; l’obiettivo è che devono risultare accessibili a una vasta gamma di utenti o a una nicchia specifica. La storia di un museo, la missione di una mostra, il racconto di un’opera d’arte, la memoria di un luogo storico devono essere narrati in modo tale da essere compresi e vissuti da persone che si presenteranno con esperienze, conoscenze, competenze, abilità e aspettative diverse. Essere il primo a “vivere” la narrazione (con occhio critico e tecnico) ti permette di percepire eventuali lacune e di correggerle in tempo, evitando così feedback negativi o, peggio, disinteresse e calo di partecipazione.

 

Immedesimarsi nel pubblico: consigli pratici per un test

Per testare la strategia in modo efficace, devi immedesimarti nel tuo pubblico (che si presuppone, tu già conosca bene). Come puoi fare? Ecco alcuni consigli pratici:

  • “empatia tecnologica”: adotta e simula la prospettiva del tuo pubblico nei confronti della tecnologia e del digitale, e chiediti se fosse in grado di utilizzare gli strumenti e i mezzi che hai previsto nella tua strategia di narrazione. Inutile scegliere un media se il tuo pubblico di riferimento non è abituato a usarlo, se non lo conosce, se risulta troppo difficile da maneggiare;
  • chiarezza e coinvolgimento: verifica che il messaggio sia chiaro e diretto, ma al contempo capace di stimolare curiosità ed emozione. Una narrazione troppo tecnica può allontanare il pubblico (soprattutto quello meno esperto), mentre un linguaggio troppo semplicistico rischia di non valorizzare la profondità del contenuto culturale;
  • sperimenta i formati: prova diversi formati mediali (video, audio, testi, infografiche ecc.) per mostrare i contenuti della narrazione, e testa la loro efficacia comunicativa. Meglio più testo? Meglio affidarsi a video-documentari? Quale formato si adatta meglio per mostrare quell’informazione storico-artistica? Quale cattura di più l’attenzione del pubblico? Quale formato è più adatto a essere veicolo di informazioni?

 

Immedesimarsi nel pubblico richiede un cambiamento di prospettiva: devi abbandonare il ruolo di creator e assumere quello di user. Ecco alcuni esempi ancora più pratici, immaginando di essere un visitatore durante una visita guidata, un fruitore di una mostra o uno spettatore di un’esperienza immersiva tramite visore VR:

  • visita narrata: durante una visita, l’obiettivo è mantenere il pubblico coinvolto dall’inizio alla fine ricorrendo a tecniche narratologiche. Mettersi nei panni del pubblico significa chiedersi: le informazioni sono trasformate in modo più stimolante? C’è equilibrio tra la quantità di dati e capacità di coinvolgere le emozioni? Testare in prima persona significa ascoltare studiare esperienze simili, prendere nota di eventuali momenti in cui l’attenzione cala o in cui le spiegazioni diventano troppo tecniche; revisionare il copione in base ai tempi di spostamento, dosare il rilascio di informazioni importanti nei punti saliente della trama, osservare come si muovono i partecipanti, se e quando intervengono con domande, se si appassionano o mostrano segni di cedimento;
  • mostra: in una mostra, è importante considerare come il pubblico interagisce con i contenuti esposti. Mettersi dal lato del pubblico può richiedere di camminare tra le sale con un occhio critico: la disposizione delle opere facilita prevede una logica narrativa? i pannelli e i supporti esplicativi che ruolo hanno nella narrazione complessiva?
  • spettacolo di narrazione digitale: significa vivere l’esperienza con la stessa attenzione di chi si approccia a un formato digitale innovativo. In questo caso, potresti chiederti: il ritmo della narrazione è coinvolgente o ci sono momenti in cui l’attenzione si perde? le transizioni tra i diversi contenuti (testi, video, audio) sono fluide e intuitive o nuocciono al racconto? Un esempio concreto potrebbe essere verificare come la narrazione riesce a tenere insieme gli elementi visivi e sonori, chiedendoti se il racconto resta efficace e chiaro anche in un contesto più immersivo e tecnologico.
  • immersione con visore VR: per le esperienze immersive, come quelle con un visore VR, il test in prima persona è cruciale. Indossa il visore e chiediti: l’esperienza è solo tecnologica o anche narrativa? la ricostruzione degli ambienti e le eventuali interazioni che contributo danno al racconto? Potresti provare diverse modalità di interazione, ad esempio il modo in cui si naviga nello spazio virtuale o come vengono attivate le funzionalità interattive, per valutare se l’esperienza è fluida e accessibile anche a utenti meno esperti di tecnologia.

Mettersi nei panni del pubblico per ciascuna di queste esperienze ti permette di identificare in anticipo eventuali criticità e di perfezionare la strategia, garantendo che sia efficace e che risponda pienamente alle esigenze e alle aspettative degli utenti.

 

Dopo il test: adattare e ottimizzare la strategia

Dopo aver testato la strategia e raccolto i feedback, arriva il momento di affinare tutto. Ciò significa apportare modifiche concrete sulla base delle osservazioni emerse. Che si tratti di riscrivere parti del testo, cambiare il tono di voce o rielaborare l’intera struttura della storia, calibrare l’uso di una tecnologia o sostituirla, aumentare o ridurre i tempi di attesa e di ascolta, modificare percorsi e direzioni, potenziare momenti di interazioni, inserire altre possibili soluzioni. L’obiettivo è migliorare l’efficacia complessiva.

Il testing ti dà la possibilità di anticipare eventuali problematiche e ottimizzare l’esperienza del pubblico, garantendo che il messaggio arrivi nel modo giusto e produca l’effetto desiderato.

 

Conclusione: l’importanza di essere il primo (critico)

Impersonificarsi come beta tester della propria strategia di storytelling culturale significa assumersi la responsabilità di essere il primo critico del tuo progetto, migliorando così il prodotto finale. Questo approccio ti permette di essere più sicuro che l’esperienza risulti coinvolgente e accessibile, o per lo meno di abbattere una buona percentuale di rischio di fallimento. Metti alla prova la tua strategia prima del lancio: solo così potrai garantire che la tua narrazione risuoni autenticamente con il desiderio di ciò che vuoi offrire, da un lato, e il livello di preparazione e di aspettativa del pubblico, dall’altro.

Non lasciare che la tua strategia fallisca per la fretta di consegnare, per la mancanza di preparazione, per la trascuratezza di analisi dei dati e dei feedback. Testala in prima persona, ottimizzala e assicurati che funzioni davvero!

_________________________

Vuoi migliorare la tua strategia di storytelling culturale? Contattami per una consulenza personalizzata, e ti darò il consiglio più utile in base al livello del tuo progetto!